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Bibliografia delle edizioni giuridiche antiche in lingua italiana
Legislazione preunitaria
 
Le gride e gli editti dello Stato di Milano
(1560 - 1796)
Parte I - Bibliografia

 
 
 
Avvertenze

 
 
Fiammetta Giovannelli Onida


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Premessa

L’opera Gride dello Stato di Milano (1560-1786). Parte I, è costituita, oltre che dall’archivio dei documenti bibliografici, da otto indici tratti dall’archivio:
Tipologia dei documenti legislativi, Sovrani, Autorità emananti, Onomastico, Stampatori, Luoghi di stampa, Luoghi citati e Argomenti.

Il documento bibliografico elettronico

Durante l’interrogazione della base dei dati, ognuno dei 4387 documenti elettronici che la compongono appare diviso in tre parti:

  1. la parte strettamente bibliografica contenente le informazioni relative alla Tipologia (che costituisce anche un indice), alla Data di emanazione, alle Date citate, alla Data di stampa, al Titolo, alle Note tipografiche, ai Riferimenti, alle Note. Inoltre tutti i documenti sono numerati, hanno, cioè, un Codice.
  2. La parte relativa agl’Indici: Tipologia, Sovrani, Autorità emananti, Onomastico, Stampatori, Luoghi di stampa e Luoghi citati e Argomenti posta in un riquadro e con le ripartizioni dei vari indici visibili. Naturalmente non tutti i campi sono sempre presenti nel documento, essendoci la possibilità che alcuni rimangano <vuoti> (ad esempio, può mancare la data di stampa o non esservi date citate nel testo).
  3. I testi dei manifesti sono posti come immagini e sono richiamabili cliccando sull'icona messa prima dei riferimenti. Quando fosse mancata l’immagine del testo originale (la fotografia a colori) abbiamo messo l’immagine della fotocopia (in bianco e nero) sempre del testo.

Spiegando più in dettaglio i singoli punti, abbiamo quanto segue:

  1. parte bibliografica
    1. Codice
      Tutti i documenti hanno un codice mediante il quale possono essere richiamati. Tale codice è formato da due numeri: il primo numero designa il volume contenente il bando, il secondo indica la posizione del bando medesimo all'interno del volume in ordine cronologico. Per esempio il documento "Stato di Milano - 10, 1" è il primo del volume 10.
    2. Tipologia
      La tipologia di un manifesto è tratta anzitutto dal titolo, quando c’è, o dalla sua denominazione all’interno del testo. Altrimenti il genere è posto in parentesi quadra ed è desunto dalla natura del documento stesso per analogia con documenti simili (cfr. l'Introduzione).
    3. Data di emanazione
      Sono messi in questo campo (nel documento sono posti in alto a sinistra) il giorno, il mese e il luogo oltre all’anno di emanazione della grida, tratti dal testo stesso o da altri elementi (è il caso di data supposta messa in parentesi quadra). Anche se uno solo degli elementi è mancante, ma può essere ricostruito, tale ricostruzione è posta tra parentesi. In genere le motivazioni della ricostruzione sono date in nota; è stata da noi accolta raramente quella della ubicazione fisica del manifesto all’interno della raccolta, o di una specifica parte di essa, i cui fogli sono stati ordinati dall’archivista in ordine cronologico.
    4. Data citata
      Le date citate all’interno del testo, anche appartenenti a documenti giuridici non necessariamente legislativi (strumenti notarili e simili), sono state messe nel documento bibliografico in alto a destra senza l’aggiunta del luogo. Se i documenti giuridici a cui esse fanno riferimento sono nella Bibliografia, l’utente ne è avvertito da una icona posta accanto alla data (e il documento è così immediatamente richiamabile). Dobbiamo però precisare che si opera così il rinvio ad una grida che ha quella data come data di emanazione propria, ma non necessariamente alla grida a cui il documento in questione avrebbe voluto rinviare. Per esempio, una grida in materia di biade cita al suo interno una sua grida generale; non è detto che l’archivio possegga proprio quella grida: può averne altre di diversa materia ma con la stessa data e il rinvio avviene a quelle in modo assolutamente automatico.
    5. Data di stampa
      La data di stampa ricorre raramente e non è, quando non vi sia, supposta. Il principio dell’edizione (data di stampa), posto come essenziale nella Bibliografia delle edizioni giuridiche antiche, qui non può essere considerato prevalente sulla data di emanazione: un atto identico ad un altro stampato in anni diversi è stato considerato atto legislativo nuovo (ripubblicazione in quanto rinnovazione dell’atto stesso).
    6. Titolo
      I documenti della raccolta sono per la maggior parte manifesti, ma a volte sono anche testi di più pagine.
      Nel primo caso possono avere un titolo. Il titolo, quando vi sia, è riportato per intero: in mancanza di esso si riportano le prime parole del testo con l’esclusione della data che talvolta è data proprio in alto prima del testo. Per il resto, quando vi siano, si riportano il nome del sovrano (gli editti del governatore iniziano sempre con il suo nome) o il nome dell’autorità emanante (ambedue nel manifesto sono in caratteri evidenziati) seguiti dalle prime parole del testo precedute da virgolette (l’incipit). Di solito i titoli onorifici che seguono i nomi dei sovrani o dei governatori vengono abbreviati per poter riportare parole maggiormente illustrative del contenuto della grida: ci siamo posti come regola di cercare di non superare per il titolo un certo numero di righe e per questo siamo dovuti ricorrere alle abbreviazioni per le parti meno significative dell’atto.
      Nel secondo caso possono avere un frontespizio oppure solo un titolo o niente. Le "gride generali" di più pagine hanno a volte il frontespizio.
      Nel caso di errori di stampa la parola è segnalata con un sic in parentesi quadra o, se occorre per una maggiore comprensione del testo, la parola è corretta e la correzione è sempre posta in parentesi quadra.
    7. Note tipografiche
      Le note tipografiche (luogo di stampa, tipografo, anno di edizione) sono date in forma abbreviata. In caso di mancanza, sono spesso ricostruite e poste in parentesi quadra. Nel campo suddetto sono anche comprese le note bibliografiche.
    8. Riferimenti bibliografici
      I documenti bibliografici sono stati redatti direttamente sulla base degli esemplari della raccolta della Biblioteca Universitaria di Pavia e nei Riferimenti portano la sigla della biblioteca (BUPavia) e la segnatura corrispondente (43.E.1) seguita dal numero del volume. Come già dicevamo, cliccando sul bottone accanto alla sigla si accede all’immagine del testo.
      Non sono stati segnalati i vari esemplari identici di uno stesso bando contenuti in uno stesso volume. Viene segnalata invece la presenza di più esemplari se si trovano in volumi diversi mettendo insieme al primo trovato i successivi (per esempio, BUPavia 43.E.1,voll.1,10). Viene collegata però una sola immagine, corrispondente al testo del primo volume riportato.
      Di seguito ai Riferimenti sono state messe le note che hanno attinenza alla natura cartacea del foglio (per esempio, le segnalazioni circa eventuali rotture del foglio stesso o sue profilature).
    9. Note
      La nota contiene notizie che servono al chiarimento del documento bibliografico: per alcune magistrature viene data, per esempio, la forma con cui sono state riportate in calce all’opera, o, sempre in nota, vengono nominati alcuni sottoscrittori (come i sindaci generali); non viene invece riportata la formulazione usuale di magistrature che ricorrono nella maggior parte dei casi (come i magistrati camerali) perché avrebbe comportato un inutile ed eccessivo appesantimento.
  2. parte degli indici
    1. Sovrano
      Viene dato il nome del sovrano sotto cui è stato emanato il bando. In alcuni casi l’incertezza della data del documento ha reso impossibile l’identificazione del nome del sovrano.
    2. Autorità emanante
      Viene dato il nome della magistratura o in genere dell’autorità che ha emanato il provvedimento sottoscrivendolo: non solo quindi le magistrature più importanti ma anche l’abate di un monastero, un feudatario, l’università di un’arte e simili.
    3. Indice onomastico
      Vi sono elencati tutti i nomi delle persone fisiche e giuridiche che si trovano scritti sul manifesto: persone fisiche come sottoscrittori, autorità cittadine, "particolari" destinatari del bando e simili e persone giuridiche come enti (ospedali, monasteri e simili), corporazioni (Cappellai, Acquavitai e altri) o ditte private (Agazzini e comp.).
      Per le persone fisiche va detto che ci siamo limitati a dare conto del nome citato senza distinguere ulteriori specificazioni, quali gli eredi per esempio.
      Non abbiamo messo accanto ai nomi delle persone le cariche che ricoprivano al momento dell’emanazione del documento (questore, grancancelliere etc.) dati i frequenti casi di provvisorietà della carica per evoluzione della carriera della persona[1]; solo per quelle cariche in certo modo "stabili" in quanto professionali (cancelliere, ingegnere, notaio) l’abbiamo aggiunta in modo abbreviato.
      Nei casi di omonimia la necessità di distinguere persone diverse ci ha fatto adottare due soluzioni: per le persone non distinguibili in base alla professione, abbiamo convenzionalmente utilizzato le dizioni "iunior" e "senior" intendendo fare riferimento agli anni diversi in cui sono vissute indipendentemente dall’essere o meno della stessa famiglia. A volte però la distinzione avviene solo per persone che sono nominate nella stessa grida e viene lasciata senza specificazione altra persona non bene identificata che è vissuta in anni diversi e località diverse o di cui non ci è stato possibile raggiungere una certezza di identità. Altrimenti potendo ricorrere ad una distinzione in base alla professione o altro, l’abbiamo aggiunta dopo il nome.
      I cognomi o i titoli sono stati normalizzati (e nei documenti abbiamo posta la normalizzazione in parentesi tonda) per poter ricondurre le varie forme ad un minimo comune denominatore o ad una forma attuale. I cognomi dei governatori o dei sovrani citati sono stati subito dati nella forma finale per non creare inutili appesantimenti. Purtroppo la non identificazione di personaggi (quali per esempio i notai) è spesso dovuta al fatto che c’erano famiglie i cui membri svolgevano la stessa professione ed erano attivi negli stessi anni.
    4. Stampatori
      Vi sono elencati i nomi degli stampatori corrispondenti alla ragione sociale della ditta. Ai fini della normalizzazione sono state considerate solo le varianti del cognome.
    5. Luoghi di stampa
      Vi rientrano i luoghi desunti dalle note tipografiche o da noi supposti.
    6. Luoghi citati
      Vi rientrano tutti i luoghi propri geografici e i nomi etnici presenti nella Bibliografia: questi ultimi sono stati direttamente ricondotti, quando possibile, al luogo a cui oggi l’etnia corrisponde. Quindi gli <Alemanni> sono stati ricondotti a <Germania> e non ad <Alemagna>, per semplificare il procedimento. Ma <Grigioni> è rimasto invariato.
      Spesso abbiamo dovuto aggiungere il nome della pieve da cui il luogo dipendeva, o la sigla della attuale provincia, per operare una distinzione tra omonimi. La ricostruzione del nome come è attualmente ha lasciato spesso motivi di incertezza: in tali casi si è lasciato il toponimo così come veniva citato o si è messa la ricostruzione col punto interrogativo.
    7. Argomenti
      Vi sono elencati quei termini illustrativi dell’argomento principale della grida ordinati in una "frase" che può servire a chiarire l’argomento suddetto con una sequenza di parole collegate fra loro. Generalmente i primi tre termini (ma possono essere anche tutti) sono uniti da una serie di specificazioni da leggersi da destra a sinistra (per esempio se troviamo "acquavite, dazio, vendita" si tratta della "vendita del dazio dell’acquavite"; se troviamo "acquavite, vendita, dazio" si tratta del "dazio sulla vendita dell’acquavite". Gli altri termini aggiunti che non rientrano nel "discorso" sono termini relati che aggiungono ulteriore chiarezza all’argomento (per esempio, "serificio, manifatture con oro e argento, dazio della mercanzia"). Si è scelto questo modo di dare l’argomento (invece della costruzione di un lemmario basato sulle parole presenti nella grida - le parole-chiave - così come abbiamo fatto nei due precedenti CD-Rom[2]) per maggiore semplicità volendo presentare un modo molto facile per illustrare l’argomento di bandi contenuti in raccolte legislative molto ampie.
      Sono stati selezionati 10 lemmi: acque (AC), città (CIT), chiesa (CH), commercio (COM), diritto (DIR), esercito (ES), feudo (FD), sanità (SAN), territorio (TER), tributi (TR) che sono parole molto generali (anche se non presenti nell’archivio bibliografico) scelte per il loro significato evocativo dei vari ambiti della vita sociale, dalle quali può essere avviata in modo più fruttuoso la ricerca, avendo lo scopo di fornire un inizio di percorso di cui diamo qui di seguito solo qualche piccolo esempio.
      Era vitale il problema delle acque (AC): i fiumi, i torrenti, i canali, i laghi servivano come strade preziose per il commercio, in loro si pescava (divieti di pesca e disposizioni per la tutela della fauna ittica li troviamo in numerose gride), tramite le loro bocche si irrigavano le colture e dovevano perciò essere riparati e mantenuti in ottimo stato (l’alveo e gli argini ben conservati potevano evitare le inondazioni). Sulle vie d’acqua c’erano porti per lo sbarco delle merci e dove venivano pagati i dazi, c’erano ponti da attraversare e su cui pagare il pedaggio. I fiumi, i torrenti, i navigli non dovevano essere sporcati o intasati dai rottami, i barcaioli che traghettavano le merci avevano regole precise per evitare il contrabbando.
      Essenziale era anche l’attività di scambio (COM), il commercio – compravendite, monete - che doveva essere regolamentato puntualmente per l’attività tributaria (TR) ad esso collegata (per certi generi, come il tabacco, l’acquavite, il sale, la polvere da sparo, l’indaco e altri, la fabbricazione e vendita venivano riservate a chi ne comprava l’appalto e del resto gli appalti erano un normale modo di riscossione dei dazi) e, come legislazione, sempre più si confondeva con l’attività fiscale o con la lotta al contrabbando per l’esportazione abusiva di generi di sopravvivenza come i grani, le biade.
      La vita si svolgeva in città (CIT) e nei contadi (TER): da una parte il servizio postale, la viabilità nel centro per le carrozze, le strade urbane da ripulire e accomodare, le discariche per i rifiuti cittadini, gli orari d’ingresso in città delle "navazze stercorarie", l’uso degli spazi pubblici urbani, l’attività teatrale, dall’altra i problemi dovuti a pecore, capre e scrofe per i danni alle coltivazioni, la caccia con i suoi luoghi riservati, i suoi divieti nei campi seminati, le licenze e poi i boschi con i tagli abusivi e distruttivi, i lupi idrofobi da cacciare con ricompensa, le strade provinciali da sistemare ...
      Poi subentravano i problemi di prevenzione delle malattie e le malattie stesse per umani e animali (SAN), le regole di comportamento, di disinfezione, di igiene, i problemi della mendicità collegati alla sanità, le località bandite chiuse al commercio in modo provvisorio o definitivo, l’obbligo dello spurgo dei canali e di allontanare dalla città le industrie pericolose per le loro esalazioni mefitiche ...
      Anche le comunità religiose (CH) erano regolate nei permessi o divieti per le questue o per i problemi che seguivano alla soppressione della comunità stessa (compagnia di Gesù); le spezierie dei conventi con le loro specialità medicinali erano sottoposte ai controlli sanitari, la capacità di acquistare dei luoghi pii e i bilanci degli stessi erano da regolamentare e inoltre c’erano le processioni in tempo di epidemia per implorare il perdono di Dio ...
      Per le comunità della provincia anche il mantenimento delle truppe (ES) costituiva un problema e anche qui oltre alla tassa relativa con le sue regole per l’esazione e le esenzioni, c’erano i divieti di vendita da parte dei militari di acquavite e tabacco ai cittadini ...
      Il diritto (DIR) in un contesto tutto legislativo, e quindi giuridico, è stato di rado messo in evidenza, lo è solo per quei casi in cui oggetto della tassazione fossero atti di operatori del diritto, gli strumenti notarili, per esempio, o i contratti; e così per i casi relativi alla giurisdizione del giudice dei dazi e simili.
      La materia feudale (FD) riguarda soprattutto la vendita dei feudi: in una società dove tutto veniva venduto o affittato allo scopo di procurare introiti alla regia camera venivano dati in concessione o venduti anche territori e abitati da cui il compratore, il feudatario, avrebbe potuto ricavare introiti e su cui avere una più o meno ampia giurisdizione. Ciò dava origine alla pubblicazione delle cedole con cui si avvisava del giorno dell’asta e a tutte quelle disposizioni che tendevano a limitare la "sovranità" del feudatario sul territorio acquistato: disposizioni sulla verifica della legittimità dei titoli, sull’obbligo di denunciare i delitti commessi nel feudo, sulle regole da osservarsi nei mercati, e altro ancora.
  3.  
    1. Immagini
      I 4387 documenti della Bibliografia sono collegati con l’immagine del testo del provvedimento: abbiamo in tutto 7546 immagini a colori visto che non raramente i provvedimenti sono composti di più pagine e quindi di più immagini. Inoltre abbiamo quella di apertura della Bibliografia: La gran cità di Milano[3].
      È da precisare che l’alta definizione delle immagini è stata ridotta per motivi tecnici. Ove si rendesse necessario per una migliore comprensione del testo vedere l’immagine originale, ci si può rivolgere direttamente all’Ittig scrivendo a elisabetta.marinai@ittig.cnr.it.
      I diritti sulle immagini, ottenute per gentile concessione delle rispettive biblioteche d’appartenenza, sono riservati.

Le abbreviazioni

Le abbreviazioni usate sono quelle di uso comune (cc. = carte etc.) con l’eccezione di alcune abbreviazioni che si trovano nelle normalizzazioni nell’Indice Onomastico e della sigla della Biblioteca Universitaria di Pavia, qui di seguito elencate:

  • BUPavia (Biblioteca Universitaria di Pavia)
  • avv. (avvocato)
  • canc. (cancelliere)
  • card. (cardinale)
  • caus. (causidico)
  • coad. (coadiutore)
  • comm. (commissario)
  • conserv. sanità (conservatore della sanità)
  • fisc. (fiscale)
  • impr. (impresario)
  • ingegn. (ingegnere)
  • quest. (questore)
  • prosegr. (prosegretario)
  • rev. (reverendo)
  • segr. (segretario)
  • sind. gen. (sindaco generale)
  • vic. (vicario di provvisione)
  • vicecanc. (vicecancelliere)


Note:
 

[1]Se si volessero ricostruire le varie cariche ricoperte dal magistrato si possono vedere gli articoli di F. ARESE già citati nell’Introduzione.

[2]F. GIOVANNELLI ONIDA, Introduzione alle Gride dei conservatori della sanità dello Stato di Milano cit., e F. GIOVANNELLI ONIDA, Considerazioni e note sulla Bibliografia delle edizioni giuridiche antiche in lingua italiana cit., p. 41.

[3]L’incisione che raffigura la pianta di Milano si trova in P. Bertelli, Theatro delle città d’Italia con le sue figure intagliate in rame et descrittioni di esse, Padova, appresso Francesco Bertelli (nella stamperia di Gioletto e fratelli Sardi), 1629, p. 49.


Firenze, 21 marzo 2008

Gride milanesi


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